Chi sono?

Mi chiamo Chiara Gatti e sono nata a Ravenna. Ho conseguito una formazione umanistica presso il liceo Classico Dante Alighieri di Ravenna e poi presso l’Università degli Studi di Bologna (Facoltà di Lettere e Filosofia), ma da oltre vent’anni abito a Cesena (FC).

Nella mia vita mi sono occupata di varie attività, sempre legate al mondo delle scienze umane: per molti anni ho svolto il lavoro di formatrice e mediatrice sociale del conflitto, svolgendo attività didattiche e sviluppando diversi progetti educativi presso scuole di ogni ordine e grado.

Ho portato avanti studi approfonditi inerenti sia al mondo classico che a quello cristiano e francescano, cercando sempre i punti di unione che potevano generare il dialogo e la ricerca del bene comune, anche con correnti di pensiero diverso dal mio, impegnandomi ampiamente nel campo del volontariato.

Altra mia passione è la scrittura, che ho sempre coltivato negli anni, e che è sfociata sopratutto in una intensa produzione poetica e narravita inedita, dando vita al mio BLOG, dove raccolgo mie poesie e brevi racconti.

Ho scritto anche parecchi articoli per riviste e blog di settore, curando la veste editoriale di diverse pubblicazioni.

Amo moltissimo l’arte, soprattutto la pittura e il mosaico, e ho approfondito molto lo studio dei mosaici di Ravenna, della pittura e scultura barocche e della pittura contemporanea.

Infine, quasi quindici anni fa ho scoperto un profondo interesse per il mondo della psicologia, avvicinandomi alla psicologia della Gestalt Therapy, tramite la conoscenza dell’Istituto Gestalt Therapy Kairos di Ragusa.

Per questo motivo sono diventata, ormai da vari anni, una counsellor professionista, frequentando la Scuola triennale di Formazione in Counselling Socio-Educativo presso l’Istituto di Neuroscienze e Gestalt Therapy “Nino Trapani” di Siracusa, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Attualmente esercito a pieno titolo la professione di counsellor, sia privatamente che in progetti condivisi con altri partner professionali. Frequento anche un master triennale di Pastoral Counselling, sempre presso l’Istituto di Neuroscienze e Gestalt Therapy “Nino Trapani” e sono regolarmente iscritta al CNCP (Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti)

Chi è un counsellor?

Quando dico di essere un counsellor, molti mi guardano interdetti non sapendo bene di cosa si tratti… così sorrido, rassicurandoli perchè so che termini come “counsellor” e “counselling” generano anche tanta confusione.

In due parole, potremmo dirlo con Pablo Neruda:

“Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.”

Questo è una delle cose che prova a fare un counsellor.

Il counsellor è un “esperto della relazione”, un professionista che si prende cura della persona che si rivolge a lui come “cliente” (termine tecnico che si usa in questo genere di relazione di cura) per aiutarlo e supportarlo in svariate situazioni di fatica e problemi esistenziali.

Le difficoltà che il cliente, di ogni età, può portare possono essere di natura:

  • personale (crisi di passaggio d’età, malattia, superamento di un lutto, conflitti interpersonali…)

  • familiare (crisi di coppia, difficoltà legate alla genitorialità, problemi di crescita…)

  • sociale (problemi di lavoro, forme di disagio scolastico, difficoltà interpersonali a livello di gruppo in svariati ambiti…)

In queste situazioni il counsellor si impegna nell’affiancare il cliente per aiutarlo ad ascoltare le proprie emozioni, ad attraversarle positivamente, ponendosi in ascolto dei propri vissuti ed esperienze corporee.

Emergono così dal corpo pensieri, sentimenti e parole che lo conducono ad un sempre maggiore equilibrio e benessere psico-fisico. Infatti tra i principali obiettivi di questo lavoro c’è il raggiungimento, da parte della persona, di un nuovo adattamento creativo alla situazione che sta vivendo, per una costante crescita ed autonomia personali.

Il counsellor non è però uno psicologo o uno psicoterapeuta, in quanto il suo intento non è curare e intervenire a livello psicopatologico, ma può occuparsi della persona che ha di fronte accompagnandola a scoprire i propri bisogni e tutto il bagaglio di energie interiori di cui già dispone e che spesso non si sa di avere.

Attraverso l’ascolto attento e l’empatia necessaria non può e non deve avere pregiudizi ed interpretare i vissuti portati dal cliente. Non vuole nemmeno consigliare le migliori strategie di superamento, perchè non è un coach o un motivatore mentale, ma è convinto che ogni cliente sappia trovare autonomamente la propria via di superamento delle difficoltà, se giustamente accompagnato.

Come sono diventata counsellor?

Mi sono formata alla scuola Triennale di formazione in Counselling Socio-educativo (riconosciuta ai sensi della legge 4 del 14 Gennaio 2013) presso l’Istituto di Neuroscienze e Gestalt Therapy “Nino Trapani”, costituito e gestito dalla dott.ssa Paola Argentino, psichiatra e psicoterapeuta.

Alcuni video di presentazione sul mio corso di studi.

Che cosa mi attrae nell’indirizzo gestaltico?

“…La Gestalt crea una lettura di quello che avviene quando le persone stanno insieme. Come fa la Gestalt a portare avanti questo cammino? Attraverso il corpo, luogo in cui è depositata la nostra storia, e la nostra storia è fatta di esperienze belle, riuscite, che sono la nostra forza, e di esperienza invece più sofferte che diventano un po’ la lentezza del nostro camminare.

Poi emergono le emozioni, i sogni, quella che in Gestalt Therapy si chiama l’intenzionalità alla propria realizzazione. Ascoltando il corpo, ascoltando il respiro, ci si rende conto che nel proprio corpo ci possono essere blocchi e tensioni e la Gestalt guarda questi blocchi come tensione, come storie e vicende in cui non ci siamo espressi, non abbiamo espresso noi stessi.

Ed ecco che la Gestalt si interessa dell’azione: l’azione per ripristinare il gesto mancato. In Gestalt si parla proprio di attraversare l’interruzione di contatto, chiudere le gestalt, per usare un termine proprio della Gestalt, per esprimere quel gesto che riprende, ripristina la relazione.

E, oltre al gesto non compiuto, ci sono i gesti attesi. Pensate al bambino che, seduto vicino alla mamma alla sera guarda la televisione… Magari il bambino si aspetta la carezza: quell’attendere la carezza dà al corpo una postura che, se si protrae nel tempo, diventa una postura antalgica. Un altro aspetto fondamentale della Gestalt era la relazione. Mentre all’inizio la domanda era al paziente “come stai?”, “come ti senti?”, andando avanti la domanda diventa: “che succede tra di noi?”, “quale relazione abbiamo creato?”, “in che cosa questa relazione non funziona?”.

La Gestalt vuole essere un cammino per ritrovare la felicità che a noi umani è concessa.”

— Prof. Giovanni Salonia, Psicologo, Psicoterapeuta, Direttore dell’Istituto Gestalt Therapy Kairos e docente della Scuola triennale di formazione in Counselling socio-educativo dell’Istituto di Neuroscienze e Gestalt Therapy “Nino Trapani”

Cosa posso offrire?

  • Colloqui individuali di counselling presso il mio studio
    (Piazza Amendola 14, Cesena) oppure in modalità online

  • Accompagnamento alla persona e alla genitorialità

  • Workshop di gruppo sul tema della scoperta e della conoscenza del mondo delle proprie emozioni

  • Workshop di poesia come mezzo di riscoperta del proprio mondo emotivo e della propria pienezza relazionale

  • Workshop di storia dell’arte, utilizzando le immagini pittoriche come tramite per la riscoperta emotiva e la pienezza relazioniale

  • Progetti formativi didattici rivolti ad alunni (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo e secondo grado), a docenti e al personale scolastico

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